Come ha ricevuto questa notizia?
Mi trovavo in vacanza in Uruguay quando mi hanno fatto sapere di questo nuovo incarico. Ero sorpresa, ma mi ha fatto molto piacere questo riconoscimento da parte del Santo Padre e del PCCS alla mia persona e a quanto rappresento; allo stesso tempo ho sentito dentro il cuore come una sfida dello Spirito Santo. La parola che mi è venuta spontanea: “servire”. Una parola che sembra fuori moda, ma che per me è stata di guida nella vita: servire gli altri, secondo la scuola di Gesù. Ora si tratta di servire la Chiesa e, attraverso di essa, la società.
Le sue prime impressioni?
Tre, o meglio, tre espressioni di gioia: la prima, la possibilità di poter dare il mio contributo in una dimensione di comunicazione in dialogo. Come diceva Paolo VI, il dialogo porta la Chiesa a vivere la sua vocazione, per offrire al mondo il suo messaggio di fraternità. Essa, come esprime l’Eclessiam Suam, diventa messaggio, colloquio. Rapporto di dialogo che Dio ci offre affinché possiamo capire quale rapporto dobbiamo cercare di stabilire e di promuovere con l’umanità. La seconda impressione: questo gruppo di consultori è composto da sacerdoti, religiosi, una religiosa, una laica e alcuni laici: la Chiesa nelle diverse vocazioni e i vari carismi. Una terza impressione: la gioia per la nomina e per la composizione interculturale del PCCS.
Qual è la sua formazione e la sua esperienza nel campo della comunicazione sociale?
Mi sono laureata in Comunicazione Sociale, Scienze sociali e Dottrina Sociale della Chiesa. Ho inteso sempre la comunicazione contestualizzata nelle scienze sociali. I miei primi studi: Magistero Pedagogico, a Montevideo, la mia città natale. Più tardi ho studiato Formazione in Comunicazione Popolare e Analista in Comunicazione Sociale presso l’Università del Salvador, in Argentina. Quindi, una Laurea in Sociologia all’Università Gregoriana a Roma, mentre facevo il Master in Dottrina Sociale della Chiesa all’Università Lateranense. Infine, sempre alla Gregoriana, ho conseguito il dottorato in Scienze sociali con specializzazione in comunicazione.
Il mio lavoro si è svolto nel campo della comunicazione, non soltanto come teoria ma come pratica sociale, in quella costruzione reciproca fra teoria e prassi. Mi interessa l’accademia, la docenza, l’investigazione e anche la comunicazione popolare, alternativa e comunitaria.
Qual è oggi la sua esperienza nel CELAM?
Da sei anni partecipo come Consultrice in comunicazione, e come tale ero presente alla V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano ad Aparecida (Brasile). Esperienze come quella mi hanno segnato profondamente, costatando di persona la dimensione della socialità sempre viva e costitutiva del popolo latinoamericano. La Chiesa in America Latina si fonda su quella dimensione di “società-ekklesía”. Ciò non l’esonera dalle grandi sfide come l’ingiustizia, le disuguaglianze sociali, la scelta preferenziale per i poveri; anzi, la spinge ad essere e ad agire “con l’altro”, in comunione. Il CELAM, sin dalla sua fondazione nel 1955, è nato con un forte impegno di dialogo e comunione permanenti con la Chiesa universale, proprio dal suo essere latinoamericano. Testimoniano quest’anelito le Conferenze Generali dell’Episcopato di Medellín, Puebla, Santo Domingo e Aparecida, che si sono svolte nello spirito del Concilio Vaticano II.
Come gruppo della direzione del CELAM, ci siamo proposti di essere prima una comunità di Vita e di Comunione, consapevoli che solo così – discepoli e missionari -, possiamo offrire non soltanto la testimonianza del nostro fare, ma quella del nostro essere.
Il Dipartimento di Comunicazione e Stampa è formato dal Presidente Mons. Adalberto Martínez Flores, Vescovo di San Pedro (Paraguay), e da altri cinque Vescovi (Repubblica Dominicana, Costa Rica, Brasile, Argentina e Perú), che rappresentano le varie regioni. Il principale obiettivo della nostra politica di comunicazione è quello di promuovere la collegialità episcopale, la comunione e la comunicazione fra le Conferenze Episcopali dell’America Latina e del Caraibi. Senza dimenticare altri fronti della nei quali il CELAM, assieme ad altre istituzioni, è fortemente impegnato.
Credo che fare da Consulente del PCCS, in quanto membro del CELAM, possa aiutare a far da ponte, anche se c’è già una grande comunione fra queste due componenti della Chiesa.
In che modo influisce nel suo agire la spiritualità di Chiara Lubich?
Mi commuove ogni volta che devo dire cos’è per me la spiritualità che emana del Carisma dell’Unità. Lì si fonda la mia prima vocazione: condividere il “sogno” di Gesù: ‘Che tutti siano uno’. Amare e costruire l’unità con tutti, senza escludere nessuno, sapendo che quell’unità è molteplicità, unità nella diversità, capace di contenere gli opposti in una dinamica costruttiva e in armonia. Ho conosciuto la spiritualità dei Focolari negli anni settanta quando, come ogni giovane latinoamericana, cercavo un progetto di vita capace di trasformare la realtà. Nella spiritualità dell’unità ho trovato un Gesù vivo ed ho imparato ad incarnare il Vangelo. Sognavo in quegli anni ‘l’uomo nuovo latinoamericano’ e ho trovato in Gesù la risposta esistenziale e trasformatrice alle mie domande. E poi, vivere le sue parole assieme a tanti altri giovani, in una comunità aperta a tutti, mi ha dato la certezza che il Comandamento Nuovo di Gesù si può incarnare. E la presenza di Gesù fra le persone unite nel suo nome, promessa nel Vangelo, è una realtà visibile in grado di trasformare la società. In una parola, l’essere stata tra quei giovani che nel Cono Sud della nostra America Latina hanno potuto costruire la cittadella chiamata Mariapoli Lía , è stato per me un privilegio. Poi, col passare degli anni, quest’esperienza è continuata nelle diverse comunità del Movimento dove sono stata. Come adesso qui a Bogotá, insieme all’affabile popolo colombiano.
Certamente non posso non accennare a qualcosa che considero chiave nell’esperienza che vivo nel CELAM e che adesso si apre in questo servizio al PCCS, ed è la testimonianza che ho dell’amore e della passione per la Chiesa della nostra fondatrice Chiara Lubich. La sua vita, la sua adesione alla Chiesa, la sua profezia che in qualche momento ha preceduto il Magistero – come ha detto Papa Beneditto XVI quando lei ci ha lasciato il 14 marzo 2008 –, ci ha portati sempre ad amare e costruire la Chiesa nella sua storia, nella tradizione patristica, nei suoi pastori, nei carismi di tutti i tempi che hanno abbellito il “giardino della Chiesa” – come lei amava dire –. È con questo patrimonio e passione per la Chiesa di Gesù che assumo questo servizio.
How did you react to the news?
With surprise and joy. The word that immediately came to mind was ‘service’, in the way Jesus teaches us. Now all I have to do is serve the Church, and through it, society.
What are your first impressions?
In the first place: that I have a chance to give my contribution as an aspect of communication in dialogue. Secondly, looking at the group of consultants, which is made up of priests, a nun, a lay woman and several lay men: that here you see the Church in its various vocations, its charisms and its intercultural dimension.
What is your background and experience in the field of social communication?
My degree was in Social Communication, Social Science and Catholic Social Teaching. My first studies were in the field of education, at Montevideo, my home town. Later on I studied Formation in Popular Communication and Analysis of Social Communication at Buenos Aires. After that I got a degree in Sociology at the Gregorian University, Rome, and a Master’s in Catholic Social Teaching at the Lateran University. Last of all, again at the Gregorian, I obtained a doctorate in Social Sciences, specializing in communication. My work has been in the field of communication, not just as theory but as social practice within the constructive interplay of theory and praxis.
What is your current experience of the Latin American Episcopal Conference?
I have been part of it for 6 years as a communications consultant, and in that role I was present at the Fifth General Conference of the Latin American Episcopate held in Aparecida (Brazil). Experiences like that have touched me deeply, seeing at first hand the social relations that make up Latin American people. The Latin American Episcopal Conference, CELAM, since it began in 1955 has had a real and lasting commitment to dialogue and communion with the universal Church, which comes from its very being as Latin American. In relation to Vatican II, the General Conferences of the Episcopate at Medellín, Puebla, Santo Domingo and Aparecida give witness to this powerful desire. I believe that being a consultant to PCCS while being a member of CELAM, I will be able to be a bridge, even though there is already a high degree of communion between these two parts of the Church.
What influence does the spirituality of Chiara Lubich have on what you do?
The Spirituality of Unity is where my core vocation is rooted: to share Jesus’ dream, ‘May they all be one.’ I got know Focolare spirituality in the 70s when, like all Latin American young people, I was looking for something to change the world. In Chiara’s spirituality I found a Jesus who was alive, and with other young people I learnt how to put the Gospel into action, forming a community open to everyone, and building a little town – the Mariapolis Lia – which proclaimed to society that Jesus’ New Commandment can be put into practice and that the presence of Jesus among people united in his name is a visible reality capable of transforming society. As time went by I carried on living that same experience in the various Focolare communities where I have been. I have done this until now, when I am here in Bogotá with the wonderful Columbian people.
I begin my new service with joy because of the love for the Church that Chiara Lubich, with her own life, communicated to us.
Wie haben Sie auf diese Nachricht reagiert?
Mit Überraschung und Freude. Ein Wort kam mir sofort in den Sinn: „dienen“, so wie es Jesus uns vorgelebt hat. Es geht darum, der Kirche zu dienen und durch sie der Gesellschaft.
Die ersten Eindrücke?
Ich kann meinen Beitrag geben für eine Kommunikation im Dialog. Ein Zweites: die Gruppe der Berater, die aus Priestern besteht, aus Ordensmännern, einer Ordensfrau, aus mir und einigen „Laienkollegen“: die Kirche in ihren verschiedenen Berufungen, Charismen und Kulturen.
Wie sind Sie beruflich vorbereitet auf ihre Aufgabe?
Ich habe ein Universitätsstudium abgeschlossen in den Fachgebieten Kommunikationswissenschaft, Sozialwissenschaft und Soziallehre der Kirche. Ich habe ein Soziologiestudium an der Gregoriana in Rom abgeschlossen, einen Masterstudiengang in Soziallehre der Kirche an der Lateranuniversität und schließlich promoviert an der Gregoriana in Sozialwissenschaft mit Schwerpunkt Kommunikation.
Welche Erfahrungen haben Sie während Ihrer Arbeit in der Lateinamerikanischen Bischofskonferenz (CELAM) gesammelt?
Seit sechs Jahren bin ich dort als Beraterin tätig und als solche habe ich auch an der V. Generalversammlung der CELAM in Aparecida (Brasilien) teilgenommen. Diese Erfahrungen haben mich sehr getroffen und geprägt. Diese Bischofskonferenz hat seit ihrer Gründung im Jahr 1955 immer den Dialog mit der Weltkirche, die Gemeinschaft mit ihr gesucht, gerade aus dem lateinamerikanischen Kontext heraus. Die Vollversammlungen der CELAM in Medellin, Puebla, Santo Domingo und Aparecida geben davon ein beredtes Zeugnis. Ich denke,diese Erfahrungen helfen mir auch jetzt in der neuen Aufgabe.
In welcher Weise prägt die Spiritualität Chiara Lubichs, der Sie sich verpflichtet fühlen, Ihr Handeln?
In der Spiritualität der Einheit liegt meine erste und tiefste Berufung: den „Traum“ Jesu von der Einheit zu teilen: Alle sollen eins sein. Ich habe diese Spiritualität in den 70er Jahren kennen gelernt, in denen ich wie fast alle lateinamerikanischen Jugendlichen nach einem Modell suchte, dass die Wirklichkeit verändern konnte. In der Spiritualität Chiaras habe ich einen lebendigen Jesus gefunden. Zusammen mit vielen anderen Jugendlichen habe ich in einer Siedlung der Fokolar-Bewegung – Mariapoli Lia – gelernt, das Evangelium in die Tat umzusetzen. Gemeinsam haben wir diese Siedlung aufgebaut, als Menschen, die vereint waren im Namen Jesu und ihn so in der Gemeinschaft lebendig erfahren haben. Wir wollten der Welt sagen: man kann das Neue Gebot Jesu leben, Seine Gegenwart unter uns ist eine sichtbare Wirklichkeit, die die Gesellschaft verändern kann. Im Lauf der Zeit habe ich diese Erfahrungen in allen Gemeinschaften der Bewegung gemacht, wo ich lebte. So wie heute in Bogotá mit dem liebenswerten kolumbianischen Volk.
Aus dieser Liebe zur Kirche heraus, die uns Chiara durch ihr Leben hinterlassen hat, stelle ich mich mit Freude in ihren Dienst.
¿Cómo recibió la noticia?
Estaba de vacaciones en Uruguay cuando me avisaron del nombramiento. La noticia me sorprendió, pero me alegró sin duda el reconocimiento del Santo Padre y del PCCS a mi persona y a cuanto represento, y al mismo tiempo sentí en mi corazón un profundo desafío del Espíritu Santo. La palabra que inmediatamente me nació en el corazón fue “servir”. Siempre quise servir a los demás, según la escuela de Jesús. En este caso a la Iglesia y, a través de ella, a toda la sociedad.
¿Sus primeras impresiones?
Tres impresiones o expresiones de alegría: una primera, la posibilidad que esta composición permite constituir el trabajo de consultores sobre una dimensión de comunicación en diálogo.
Una segunda impresión fue que el equipo de consultores nombrado por el Papa está compuesto por sacerdotes, una religiosa, religiosos, una laica y varios laicos. Creo que esta composición expresa la Iglesia, que se enriquece de las distintas vocaciones y de los distintos carismas que la constituyen.
Una tercera fue la alegría por los nombramientos y composición del PCCS realmente intercultural, esto da a la Iglesia una posibilidad única en el ser Casa y Escuela de comunión entre los pueblos y las culturas.
¿Cuál es su formación y su experiencia en el campo de la comunicación social?
Mi formación es en Comunicación Social, Ciencias Sociales y Doctrina Social de la Iglesia. Mis primeros estudios fueron en Magisterio Pedagógico en Montevideo mi ciudad natal, posteriormente hice un Itinerario de Formación en Comunicación Popular en “La Crujía” un centro especializado de los Hermanos de Lasalle en Buenos Aires, y contemporáneamente hice la carrera de Analista en Comunicación Social de la Universidad del Salvador en Argentina. Tuve la oportunidad de hacer una Licenciatura en Sociología en la Universidad Gregoriana en Roma, mientras cursaba el Master de la Universidad Lateranense en Doctrina Social de la Iglesia. Después pude completar, siempre en la Universidad Gregoriana, el doctorado en Ciencias Sociales con especialización en Comunicación.
El trabajo ha sido en comunicación no solo desde lo teórico, sino también desde las prácticas sociales, en esa construcción recíproca entre teoría y praxis.
¿Cual es hoy su experiencia en el CELAM?
Participo desde hace 6 años como asesora en Comunicación en el CELAM y estuve como tal en la V Conferencia General del Episcopado Latinoamericano que se realizó en Aparecida, Brasil. Experiencias que me marcaron profundamente al constatar personalmente esa dimensión siempre latente y constitutiva del pueblo latinoamericano de la socialidad.
En los meses que llevamos trabajando allí, nos propusimos como conjunto de la dirección del CELAM ser en primer lugar, una comunidad de Vida y de Comunión, conscientes que en ese ejercicio vital de comunidad entre todos nosotros como discípulos misioneros, podremos ofrecer a la Iglesia que nos toca servir, no solo el testimonio de nuestro hacer, sino el testimonio de nuestro ser.
El Dpto. de Comunicación y Prensa esta conformado por el Presidente Mons. Adalberto Martínez Flores Obispo de San Pedro, Paraguay, y por cinco obispos más (de República Dominicana, Costa Rica, Brasil, Argentina, y Perú), representando las regiones. El trabajo es en comunión y comunicación con ellos, y el mayor objetivo de nuestra política de Comunicación en el Dpto. es responder a una de las principales funciones del CELAM: Promover la Colegialidad episcopal, la comunión y la comunicación entre las conferencias episcopales de América Latina y el Caribe. Los programas que desarrolla el Departamento son numerosos, y tienen que ver con la relación CELAM y Conferencias Episcopales, y también con distintos frentes de la sociedad a los cuales el CELAM con otras instituciones e iniciativas colabora en el compromiso y el desarrollo.
Creo que esta posibilidad de ser Consultora del PCCS estando en el CELAM hace un puente significativo aun si ya existe una importante comunión entre estas dos realidades de la Iglesia.
¿En que modo ha influido en su actuar la espiritualidad de Chiara Lubich?
Conocí la espiritualidad de Chiara Lubich en los años setenta, cuando como toda joven latinoamericana de ese momento, buscaba un proyecto de vida desde donde transformar la realidad. Dos elementos incidieron profundamente, en primer lugar aprender de la espiritualidad de la unidad la encarnación del Evangelio, el encuentro con Jesús vivo. Soñaba en esos años con el “hombre nuevo latinoamericano” y encontré en Jesús la respuesta existencial y transformadora. El segundo elemento fue haber vivido el Evangelio con otros muchos jóvenes en una comunidad, abierta a todos, y haber soñado juntos construir una ciudadela, un proyecto concreto que dijese a la comunidad social: el Mandamiento Nuevo de Jesús se puede encarnar, la presencia de Jesús entre las personas prometida en el Evangelio es una realidad vivible, es capaz de transformar la realidad. En una palabra haber sido de la partida de los jóvenes que en el cono sur de nuestra América Latina, pudieron construir la ciudadela denominada Mariapolis Lía, fue para mi un privilegio. Allí soñaba con y desde Jesús los cielos nuevos y las tierras nuevas, mientras cultivaba la huerta, hacía teatro, o estudiaba. Después en el correr de los años siguió esta experiencia en las distintas comunidades del Movimiento donde me encontraba, hasta el día de hoy aquí en Bogotá donde me encuentro, compartiendo esta misma aventura de vida, con el afable pueblo colombiano.
Me emociona siempre que debo decir que es para mi la espiritualidad que emana del carisma de la unidad. Allí se funda mi primer vocación, compartir con Jesús Su sueño: “Que todos sean uno”, amar y construir la unidad con todos, sin exclusión alguna, sabiendo que esa unidad es multiplicidad, es unidad en la diversidad, es capaz de contener los opuestos en una dinámica constructiva y en armonía.
Sin duda no puedo dejar de mencionar algo que considero clave en la experiencia que vivo en el CELAM y ahora se abre en este servicio al PCCS, y es el testimonio que tengo del amor, y de la pasión por la Iglesia de nuestra fundadora Chiara Lubich. Su vida, su adhesión a la Iglesia, su profecía que por momentos hasta precedió el Magisterio, como dijo el Papa Benedicto XVI con motivo de su partida al cielo, nos ha llevado siempre a amar y construir la Iglesia en su historia, en su tradición patrística, en sus pastores, en los carismas de todos los tiempos, que han embellecido el jardín de la Iglesia -como ella amaba llamarla-, nos ha permitido contemplar la presencia de Cristo desplegado en los siglos. Con este patrimonio y con esa pasión por la Iglesia de Jesús, asumo este servicio.
Comment avez-vous reçu cette nouvelle ?
Avec surprise et joie. Le mot qui m’est venu spontanément est : « servir », selon l’enseignement de Jésus. Aujourd’hui, il s’agit de servir l’Eglise et, à travers elle, la société.
Vos premières impressions ?
La première : pouvoir donner ma contribution dans une dimension de communication en dialogue. La seconde concerne le groupe de consulteurs, composé de prêtres, de religieux, d’une religieuse, d’une laïque et de quelques laïcs : l’Eglise dans ses différentes vocations, charismes et dans l’interculturalité.
Quelles sont votre formation et votre expérience dans le domaine de la communication sociale ?
Je suis diplômée en Communication Sociale, Sciences sociales et Doctrine sociale de l’Eglise. Mes premières études : Enseignement Pédagogique, à Montevideo, ma ville natale. Plus tard, j’ai fait une formation en Communication Populaire et d’Analyste en Communication Sociale à Buenos Aires. Ensuite, une Maîtrise en Sociologie à l’Université Grégorienne de Rome, et un Master en Doctrine Sociale de l’Eglise à l’Université du Latran. Enfin, toujours à l’Université Grégorienne, j’ai fait un doctorat en Sciences sociales, avec spécialisation en communication. Mon travail s’est développé dans le domaine de la communication, non seulement sous l’aspect théorique, mais aussi comme pratique sociale dans la construction réciproque entre théorie et pratique.
Quelle est aujourd’hui votre expérience au CELAM?
Depuis six ans, j’y participe en tant que Consultrice en communication, et en tant que telle j’étais présente à la Vème Conférence Générale de l’Episcopat Latino-américain (CELAM) à Aparecida (Brésil). Une telle expérience m’a profondément marquée, par le constat personnel que la dimension sociale est constitutive du peuple latino-américain. Le CELAM, depuis sa fondation en 1955, est né avec un engagement fort de dialogue et de communion permanents avec l’Eglise universelle, propre à son état latino-américain. Les Conférences Générales de l’Episcopat de Medellin, Puebla, Santo Domingo et Aparecida, témoignent de ce désir, en lien avec le Concile Vatican II. Je crois que le statut de consultant du CPCS, en tant que membre du CELAM, peut aider à construire des ponts, même s’il existe déjà une grande communion entre ces deux composantes de l’Eglise.
De quelle façon la spiritualité de Chiara Lubich influe-t-elle sur votre action ?
Ma première vocation se fonde sur la Spiritualité de l’unité : partager le « rêve » de Jésus, « Que tous soient un ». J’ai connu la spiritualité des Focolari dans les années soixante-dix, alors que, comme tous les jeunes latino-américains, je cherchais un projet de vie capable de transformer la réalité. Dans la spiritualité de Chiara, j’ai trouvé Jésus vivant, et j’ai appris à incarner l’Evangile avec beaucoup d’autres jeunes, ensemble, dans une communauté ouverte à tous, en construisant une cité-pilote – la Mariapolis Lia – qui dirait à la société : le Commandement Nouveau de Jésus peut s’incarner, la présence de Jésus parmi les personnes unies en son nom est une réalité visible, capable de transformer la société. Le temps a passé, et cette expérience a continué dans les différentes communautés du Mouvement où je suis allée. Jusqu’à aujourd’hui, ici à Bogotà, avec l’affable peuple colombien.
C’est avec l’amour pour l’Eglise que Chiara Lubich nous a transmis avec sa vie que j’assume avec joie ce nouveau service.
Como você recebeu esta notícia?
Com surpresa e alegria. Espontaneamente pensei numa palavra, “servir”, segundo a escola de Jesus. Agora trata-se de servir a Igreja e, através dela, a sociedade.
Quais as suas primeiras impressões?
A primeira: poder dar a minha contribuição numa dimensão de comunicação em diálogo. A segunda diz respeito ao grupo dos consultores, composto por sacerdotes, religiosos, uma religiosa, uma leiga e alguns leigos, a Igreja nas suas diversas vocações, carismas, e na sua inter-culturalidade.
Qual é a sua formação e experiência no campo da comunicação social?
Formei-me em Comunicação Social, Ciências Sociais e Doutrina Social da Igreja. Os meus primeiros estudos foram de Magistério Pedagógico, em Montevidéu, a minha cidade natal. Mais tarde estudei Formação em Comunicação Popular e Análise em Comunicação Social, em Buenos Aires. Em seguida terminei o curso de Sociologia na Universidade Gregoriana, em Roma, e um mestrado em Doutrina Social da Igreja na Universidade Lateranense. Enfim, ainda na Gregoriana, o doutorado em Ciências Sociais, com especialização em comunicação. O meu trabalho desenvolveu-se no campo da comunicação, não apenas como teoria, mas como prática social, na construção recíproca entre teoria e práxis.
Qual é, atualmente, a sua experiência no CELAM?
Há seis anos participo como Consultora em comunicação, e como tal estive presente na V Conferência Geral do Episcopado Latino-americano em Aparecida. Experiências como aquela marcaram-me profundamente, constatando pessoalmente a dimensão da socialidade constitutiva do povo latino-americano. Desde a sua fundação, em 1955, o CELAM possuiu um forte empenho de diálogo e comunhão permanente com a Igreja universal, justamente a partir do seu ser latino-americano. São um testemunho desse anseio as Conferências Gerais do Episcopado de Medellin, Puebla, Santo Domingo e Aparecida, na sua relação com o Vaticano II. Creio que trabalhar como consultora do PCCS, enquanto membro do CELAM, possa ajudar-me a ser como uma ponte, ainda que já exista uma grande comunhão entre esses dois componentes da Igreja.
De que maneira a espiritualidade de Chiara Lubich influi na sua ação?
Na espiritualidade da unidade está fundamentada a minha primeira vocação: partilhar o “sonho” de Jesus, “que todos sejam um”. Conheci a espiritualidade dos Focolares nos anos 1970, quando, como jovem latino-americana, procurava um projeto de vida capaz de transformar a realidade. Na espiritualidade de Chiara encontrei um Jesus vivo, e aprendi a encarnar o Evangelho, junto com muitos outros jovens, numa comunidade aberta a todos, construindo uma pequena cidade – a Mariápolis Lia – que podia dizer à sociedade: o Mandamento Novo de Jesus pode ser concretizado, a presença de Jesus entre as pessoas unidas em seu nome é uma realidade visível, capaz de transformar a sociedade. Com o passar do tempo essa experiência continuou, nas várias comunidades do Movimento onde estive. Até hoje, aqui em Bogotá, com o carinhoso povo colombiano.
É com o amor pela Igreja, que Chiara Lubich nos transmitiu com a sua vida, que assumo com alegria este novo serviço.
問:您接到消息後有什麼感覺?
答:我接到這個消息那刻,剛好在烏拉圭渡假,既驚訝又高興,獲得教宗與教廷大眾傳播委員會(PCCS)的厚愛!很自然我馬上想起按耶穌的教導去做,就是『服務』。現在是關乎為教會服務,並透過這份職務為社會服務。
問:您第一個印象是怎樣?
答:第一個印象是我可以在媒體界的對談上付出貢獻。此外芸芸的顧問中包括了神父、修會人士、一位修女、一位女平信徒和幾位男平信徒,代表了教會内不同的聖召、神恩和多元文化。
問:您在大眾傳播上有哪方面的培訓與經驗?
答:我主修社會傳播、社會科學和教會的社會性訓導。我在自己家鄉蒙特維迪奧的本科就是教育學。稍後在布宜諾斯艾利斯我修讀大衆傳播的培育和社會傳播分析。然後,我在羅馬額我略大學的社會學畢業後,再進入拉特朗大學修讀教會的社會性訓導的碩士課程。最後,繼續在額我略大學完成社會科學的博士學位,專修傳播學。我的工作是有關傳播,不僅是理論而是在社會層面上理論與實際的結合。
問:您目前在拉丁美洲主教團會議(CELAM)中的經驗?
答:我以傳播顧問的身份參加拉丁美洲主教團會議已有六年,以此身份出席在巴西阿帕雷西達舉行的拉丁美洲主教團第五屆大會。這些經驗給我留下深刻的印象,親身意識到拉丁美洲人們的社會性層面。拉丁美洲主教團會議始於1955年,旨在加強長期與普世教會的對談與共融,恰恰是按拉丁美洲的特色來進行。主教團的大會曾在多處舉行,如麥德林、普埃布拉、聖多明戈和阿帕雷西達,都表明與梵蒂岡建立良好關係的這份渴望。我相信以拉丁美洲主教團成員的身份作為教廷大眾傳播委員會的顧問,儘管教會內的這兩個架構已有很大的共融,但我仍可以幫助建立橋樑。
問:盧嘉勒(Chiara Lubich)的合一靈修在哪方面對您的生活帶來影響?
答:每當我必須談到由合一神恩(Carisma dell’Unità)而來的靈修都令我感動不已。合一靈修是我第一個聖召的根基,即分沾耶穌願眾人合而為一的抱負。我在70年代認識普世博愛運動,正如每一位拉丁美洲的青年,我正在尋找一種生活方式可以改變社會的實情。在盧嘉勒合一的靈修中我找到活生生的耶穌。在這個對人人開放的團體内,我學習到可以與許多其他青年落實福音,一同建設李雅福音小城,藉此告訴社會耶穌的新誡命是可以落實在生活上,耶穌在那些因祂的名走在一起的人的中間,這種有形可見的事實有能力改革社會。經過時間的推延,我在不同地區的普世博愛運動團體都繼續獲得這種經驗,及至目前我在哥倫比亞波哥大與和藹又親切的哥倫比亞人民一起生活。
盧嘉勒透過她的生活傳遞給我們對教會的熱愛令我很高興去肩負這項新的任務。