Dalla GMG: Video intervista a Andrea Cardinale
“Cristo ha fiducia nei giovani e affida loro il futuro della sua stessa missione”. Sono le prime parole di Papa Francesco all’arrivo in Brasile, davanti alle autorità civili e religiose che lo accolgono. “Gesù ti chiama a essere discepolo in missione! Oggi, che cosa ci dice il Signore? Tre parole: Andate, senza paura, per servire”. È l’appello del Papa all’omelia della S. Messa, davanti a tre milioni di persone che riempiono la spiaggia di Copacabana a conclusione della GMG.
Parole semplici, nuove e di sempre, coinvolgenti. Come tante altre parole dette, sentite e fatte proprie lungo la settimana appena trascorsa a Rio de Janeiro. I giovani ritornano ora nelle proprie città e Paesi, alle proprie famiglie, gruppi, associazioni e congregazioni, con l’invito del Papa a “fare chiasso”, a smuovere le acque, a tenere conto dell’altro coetaneo come dell’adulto, a coltivare e a vivere la propria fede tutta intera. La parola a loro.
Donna, del Libano, dice che “il Papa parla in modo semplice e diretto, più adatto ai nostri giorni”.
Per Joaquín, argentino, che ha seguito la GMG a distanza, “fare chiasso” vuol dire essere la forza che spinge la società. “Mi sono sentito veramente parte dell’equazione di Francesco: giovani – anziani – adulti. Oggi sono giovane e quindi mi tocca questa parte. Mi piace questa visione più generale, che è giusta”.
Daniela, italiana: “questa ‘reciprocità tra generazioni’ a cui sta richiamando in modo insistente il Papa, può essere proprio una forza esplosiva, un aiuto reciproco. Quello che mi rimane in cuore dopo aver seguito questa GMG è la voglia, il desiderio di vivere in modo ancora più radicale la mia vita e andare fuori per essere ogni giorno, nel mio quotidiano, questa finestra per fare entrare il futuro nel mondo!”.
Iggy, neozelandese: “questa GMG è una spinta a fare una rivoluzione, a ‘conquistare’ altri giovani ad una vita come questa. Specialmente perché nel mio Paese, la Nuova Zelanda, non c’è tanta gente che crede in Dio”.
E dai giovani di Rio de Janeiro che partecipano al gruppo di dialogo ecumenico ed interreligioso:
Fuminori (cattolico): “la GMG è la prova di ciò che sta avvenendo a Rio tra cattolici, metodisti, battisti e altri. Persone non cattoliche hanno aiutato in questa Giornata ospitando giovani nelle proprie case con una cordialità fraterna”.
Carlos (presbiteriano): “la GMG ha portato uno spirito nuovo alla città. C’è musica, festa e un tono di voce che è al di sopra delle istituzioni. Sono giovani di Cristo. Portano, cioè, una nuova forma di identificazione religiosa che attraversa le pareti istituzionali”.
Fernando (musulmano): “vedo la GMG molto positiva, perché permette l’incontro di giovani di provenienze diverse per parlare su valori e principi importantissimi per tutti. Si tratta anche di un incontro con Dio e ciò porta sempre risultati meravigliosi per il rinnovamento della fede di ciascuno”.
Tra i giovani che hanno realizzato il proprio percorso rispondendo alla chiamata di Dio c’è anche lei, la beata Chiara Luce Badano. La mamma Maria Teresa, alla domanda se avesse assistito a cambiamenti di vita nei giovani anche a contatto con l’esperienza della figlia risponde: «Anche quelli che solo ne hanno sentito parlare o l’hanno vista attraverso la foto, non si soffermano a guardare questa bella foto, ma sono toccati da quello che lei vuol dire attraverso quel suo sguardo, da quella sua bellezza interiore, da quel fuoco che lei aveva dentro. Ieri dicevo: di certo Dio con questi giovani vuole realizzare in ciascuno quel disegno che ha in mente. E quindi li affidiamo a lei».
In questi giorni Maria Voce ha indirizzato a tutti i membri dei Focolari una lettera dove, tra l’altro, lancia un invito: “Periferia esistenziale è qualsiasi punto dove l’uomo non trova più il suo centro perché non trova più Dio. E tutti noi che, per sola grazia, l’abbiamo incontrato, siamo chiamati a stare lì, ad immergerci in questa umanità sbandata per riportarla al suo centro”. E ricordando un testo di Chiara Lubich, aggiunge: “Credo che Chiara stessa non voglia di meno se da sempre vedeva “la grande attrattiva” del “perdersi nella folla, per informarla del divino[1]”.
Dopo i giorni vissuti a Rio, una strada è aperta, da percorrere insieme. Arrivederci a Cracovia!
[1] C. Lubich, La dottrina spirituale, “L’attrattiva del tempo moderno”, ed. Città Nuova, pag. 213.
Fonte: Area Press“Christ has confidence in young people and entrusts them with the very future of his mission, ‘Go and make disciples.’” These were the first words spoken by Pope Francis upon his arrival in Brazil, speaking before civil and religious leaders where there to welcome him. In his homily at the mass celebrated with three million people on Copacabana beach, at the conclusion of WYD, the Pope appealed to young people: “Jesus is calling you to be a disciple with a mission! Today, what is the Lord saying to us? Three simple ideas: Go, do not be afraid, and serve.
Simple but engaging words, like so many other words spoken during the week in Rio de Janeiro. Now the young people
return to their own cities and countries, families, groups, associations and congregations, invited by the Pope to “make some noise,” to stir up the waters, to take into account both their peers and elders, to live out the faith in its entirety.
Donna from Lebanon: “The Pope’s language is simple and direct, language that is more adapted to today’s times.” Joaquin from Argentina, who followed WYD from afar: “’Making noise means’ being a force that pushes society. I really felt part of Francis’ equation: youths – elderly – adults. Today it’s the young people and so it’s up to me. I like this more general vision, which is the correct one.”
Daniela (Italy): “This ‘reciprocity among generations’ to which we have been so insistently invited by Pope Francis, will be an explosive force, a mutual help. What I go away with from the WYD is the desire to live my life in a more radical way, and to go out every day, day in and day out, trying to be this window that allows the future of the world to come in!”
Iggy, (New Zealand): “This WYD is push to make a revolution, to ‘win over’ other young people to a life like this. Especially because, in my country of New Zealand, there aren’t many people believing in God.”
From young people of Rio de Janeiro who too part in the ecumenical and interreligious dialogue group: Fuminori (Catholic): “The WYD is the proof of what is happening in Rio among Catholics, Methodists, Baptists and others. Non-Catholics helped out foro this World Youth Day, welcoming young people into their own homes with fraternal hospitality.”
Carlos (Presbyterian): “The WYD has brought a new spirit to the city. There’s music, celebrating and a tone of voice that is above institutions. These are young people of Christ. They bring a new form of religious identification that passes through institutional walls.”
Fernando (Muslim): “I see the WYD as something very positive, because it allows young people from different places to talk about principles and values that are very important for everyone. It was also an encounter with God, and that always brings marvelous results for the renewal of faith in everyone.”
Among the young people who have fulfilled their journey responding to the call of God, was Blessed Chiara Luce Badano. When asked if she had ever seen young people change their lives through contact with her daughter, Maria Teresa responded: “Even of those who only heard talk of her or seen her photo, they weren’t just touched by the lovely photo, but by what she was saying to them through that gaze, which expressed what was in her soul, by that fire she had within. Yesterday I was thinking to myself: ‘God certainly wishes to fulfill the plan he has in mind for each one of these young people.’ And so, let’s entrust them to her.”
Maria Voce recently wrote a letter to the members of the Focolare in which she invited everyone to go to “the existential peripheries, to any place where people no longer find the centre of their being because they cannot find God. All of us, through God’s grace alone, have met Him. We are called to remain there, immersing ourselves in this disoriented humanity to bring it back to its centre,” and she went on to say: “I think that Chiara herself wanted nothing less, because since always she saw the ‘great attraction’ of ‘being lost in the crowd, in order to influence it with the divine life” [1].
Following the days in Rio, there is a new road for us to follow together. See you in Krakow!
[1] Lubich, Chiara. Essential Writings (New York: New City Press, 2007), p. 213.„Christus hat Vertrauen in die jungen Menschen und vertraut ihnen die Zukunft seiner eigenen Sendung an.“ Das sagte Papst Franziskus bei seiner Ankunft in Brasilien zu politischen und kirchlichen Verantwortlichen, die ihn willkommen hießen. „Jesus beruft dich, Jünger in Mission zu sein! Was sagt uns im Licht des Wortes Gottes, das wir gehört haben, der Herr heute? Was sagt uns Jesus? Drei Worte: Geht – ohne Furcht – um zu dienen.“
Diesen Appell richtete der Papst an die drei Millionen Jugendlichen am Strand von Copacabana in seiner Predigt während des Abschlussgottesdienstes am Weltjugendtag 2013.
Schlichte Worte, neu und doch nicht neu, Worte, die überzeugen. Wie viele, viele andere Worte, die in dieser Woche in Rio de Janeiro von ihm gesagt und von den Jugendlichen gehört und aufgenommen wurden. Jetzt sind diese jungen Menschen auf der Heimreise in ihre Länder und Städte, ihre Familien, Gruppen, Verbände und Kongregationen mit der Einladung des Papstes, einen Wirbel zu machen, Kirche und Gesellschaft aufzumischen. Dabei sollen sie ihre Altersgenossen ebenso mit einbeziehen wie die Erwachsenen und die Alten der Gesellschaft und sie sollen ihren Glauben ganzheitlich vertiefen und daraus leben.
Geben wir jetzt das Wort den Jugendlichen selbst.
Donna aus dem Libanon sagt, dass der Papst „einfach und direkt ist und damit zeitgerecht“.
Für Joaquìn aus Argentinien, der von zuhause aus den Weltjugendtag verfolgt hat, heißt „Wirbel machen“ jene Kraft zu sein, die die Gesellschaft antreibt. „Ich fühlte mich wirklich Teil der Rede von Franziskus: Jugendliche – Alte – Erwachsene. Heute bin ich jung, und ich muss also die Aufgabe der Jugendlichen erfüllen. Mir gefällt diese generelle Sicht, das stimmt.“
Daniela aus Italien: „Diese Beziehung der Gegenseitigkeit unter den Generationen, von der Papst Franziskus spricht, kann wirklich zu einer explosiven Kraft werden. In mir ist der Wunsch, noch radikaler als bisher als Christ zu leben, damit ich in meinem täglichen Leben zu dem Fenster werde, durch das die Zukunft der Welt eintreten kann.“
Iggy aus Neuseeland: „Dieser Weltjugendtag drängt uns zu einer Revolution; er treibt uns an, viele Jugendliche für das christliche Leben zu gewinnen. Bei uns in Neuseeland glauben sehr viele Menschen nicht an Gott.“
Jugendliche, die an der interreligiösen Begegnung in Rio teilgenommen haben, im Vorfeld des Weltjugendtages:
Fuminori (katholischer Christ): „Der Weltjugendtag klinkt sich ein in das, was bereits in Rio unter Christen verschiedener Kirchen, Muslimen und Juden gelebt wird. Viele Menschen haben großzügig ihre Häuser geöffnet, um die Jugendlichen in herzlicher Verbundenheit aufzunehmen, ohne zu ihrer Kirche zu gehören.“
Carlos (aus der presbyterianischen Kirche): „Der Weltjugendtag hat Rio mit einem neuen Geist erfüllt. Diese Musik, dieses Fest, diese Stimmen stehen über den Institutionen. Es sind die Jugendlichen, die Christus gehören. Sie bringen eine neue Identität mit, die quer durch die institutionellen Wände verläuft.“
Fernando (Muslim): „Der Weltjugendtag ist etwas ganz Großes, denn er ermöglicht die Begegnung unter Jugendlichen verschiedener Traditionen, die miteinander über ungemein wichtige Werte und Prinzipien diskutieren. Er ist auch eine Begegnung mit Gott, und das bringt immer wunderbare Früchte im Glauben der Einzelnen.“
Unter den Jugendlichen, die auf Gottes Ruf geantwortet und ihren Lauf vollendet haben, ist auch die selige Chiara Luce Badano. Ihre Mutter Maria Teresa antwortet auf die Frage, ob sie erlebt hätte, dass Jugendliche durch den Kontakt mit der Erfahrung ihrer Tochter ihr Leben geändert hätten: „Auch Jugendliche, die nur etwas von ihr gehört oder ein Foto gesehen haben, bleiben nicht unberührt von ihrem Blick, ihrer großen inneren Schönheit, dem Feuer, das in ihr brannte. Gestern sagte ich mir: Ganz bestimmt möchte Gott mit all den Jugendlichen, die hier sind, etwas Großes erreichen. Vertrauen wir sie alle Chiara an.“
In diesen Tagen hat Maria Voce an alle Mitglieder der Fokolar-Bewegung einen Brief geschrieben, in dem sie eine Einladung ausspricht: „Ein „existenzieller Rand“ bezeichnet jeden Ort, an dem der Mensch nicht mehr seine eigene Mitte findet, weil er Gott nicht mehr findet. Und wir, die wir einzig und allein durch die Gnade Gottes das kostbare Geschenk bekommen haben, Ihm begegnet zu sein, sind gerufen in die Menschheit einzutauchen, dort, wo sie diese Mitte verloren hat, um sie sie wieder finden zu lassen.“ Im Hinblick auf einen Text von Chiara Lubich fügt sie hinzu: „Chiara möchte sicher nichts anderes von uns, hatte sie doch immer „die große Sehnsucht unserer Zeit“ vor Augen: „Eintauchen in die Menge um ihr das göttliche Leben zu schenken.“ (1)
Nach den Tagen von Rio hat sich ein Weg geöffnet, den wir gemeinsam gehen können. Auf Wiedersehen in Krakau!
(1) C. Lubich, Alle sollen eins sein, „Die große Sehnsucht unserer Zeit“, Verlag Neue Stadt 1991, S. 9.
“Cristo tiene confianza en los jóvenes y confía a ellos el futuro de su misión”. Fueron las primeras palabras del Papa Francisco a su llegada a Brasil, ante las autoridades civiles y religiosas que lo recibieron. “¡Jesús te llama a ser un discípulo en misión!” ¿Qué nos dice hoy el Señor? Tres palabras: Vayan, sin miedo, para servir”. Ese fue el llamado del Papa en la homilía de la Santa Misa, ante tres millones de personas que llenaron la playa de Copacabana durante la conclusión de la JMJ.
Palabras sencillas, nuevas y de siempre, atractivas. Como tantas otras palabras dichas, escuchadas y hechas propias a lo largo de la semana apenas transcurrida en Rio de Janeiro. Los jóvenes regresan ahora a sus ciudades y países, a sus propias familias, grupos, asociaciones y congregaciones, con la invitación del Papa a “hacer lío”, a remover las aguas, a tener en cuenta tanto al coetáneo como al adulto, a cultivar y vivir la propia fe integralmente. A ellos, la palabra:
Donna, de Líbano, dice que “el Papa habla en forma sencilla y directa, apropiada para nuestros días”.
Para Joaquín, argentino, quien siguió la JMJ a distancia, “hacer lío” quiere decir ser la fuerza que empuja la sociedad. “Realmente me sentí parte de la ecuación de Francisco: jóvenes-ancianos-adultos. Hoy soy joven y por lo tanto me toca esta parte. Me gusta esta visión más general, que es justa”.
Daniela, italiana: “Esta reciprocidad entre las generaciones” a la que nos está llamando en forma insistente el Papa, puede ser una fuerza explosiva, una ayuda recíproca. Lo que me queda en el corazón después de haber seguido esta JMJ, es el deseo de vivir en forma más radical mi vida e ir hacia afuera para ser todos los días, en mi cotidianidad, ¡esa ventana que hace entrar el futuro del mundo!”.
Iggy, neozelandés: “Esta JMJ es un impulso a hacer una revolución, a ‘conquistar’ a otros jóvenes a una vida como ésta. Especialmente porque en mi país, Nueva Zelanda, no hay mucha gente que cree en Dios”.
De los jóvenes de Río de Janeiro que participaron en el grupo de diálogo ecuménico e interreligioso:
Fuminori (católico): “La JMJ es la prueba de lo que ya está sucendiendo en Río entre católicos, metodistas, bautistas y otros. Personas no católicas ayudaron en esta jornada hospedando a los jóvenes en sus casas con cordialidad fraterna”.
Carlos (presbiteriano): “La JMJ trajo un espíritu nuevo a la ciudad. Hay música, fiesta y un tono de voz que va más allá de las instituciones. Son los jóvenes de Cristo, es decir, llevan consigo una identidad religiosa que va más allá de las paredes institucionales”.
Fernando (musulmán): “Veo la JMJ muy positiva, porque permite el encuentro de jóvenes de procedencias diversas para hablar de sus valores y principios importantísimos para todos. Se trata también de un encuentro con Dios y esto siempre tiene resultados maravillosos para la renovación de la fe de cada uno”.
Entre los jóvenes que realizaron su itinerario de vida respondiendo al llamado de Dios está también la beata Chiara Luce Badano. Su mamá, María Teresa, ante la pregunta si ha verificado cambios en la vida de los jóvenes al entrar en contacto con la experiencia de su hija responde: «Incluso algunos que sólo han oído hablar hablar de ella o la han visto en foto; no se limitan a ver la linda foto, quedan impresionados por lo que ella transmite a través de su mirada, de su belleza interior, del fuego que lleva dentro. Ayer decía: seguramente Dios quiere realizar en cada uno de estos jóvenes el designio que tiene en su mente, por lo tanto, se lo confiamos a ella».
En estos días, María Voce dirigió a todos los miembros de los Focolares una carta donde, entre otras cosas, lanza una invitación: “Periferia existencial es cualquier punto donde el hombre ya no encuentra su centro porque no encuentra a Dios. Todos nosotros, sólo por su gracia, lo hemos encontrado, hemos sido llamados a estar allí, a sumergirnos en esta humanidad desbandada para devolverla a su centro”. Y recordando un texto de Chiara Lubich, agregó: “Creo que la misma Chiara no quiere menos, ya que desde siempre preveía “el gran atractivo” de “perderse en la multitud para informarla de lo divino [1]”.
Después de los días vividos en Rio, un camino para recorrer juntos se ha abierto. ¡Hasta la vista en Cracovia!
[1] C. Lubich, La doctrina espiritual, “El atractivo del tiempo moderno”, ed. Ciudad Nueva, pág. 213.
Fuente: Area Press“Le Christ a confiance dans les jeunes et leur confie le futur de sa mission.” Ce sont les premiers mots du pape François à son arrivée au Brésil, devant les autorités civiles et religieuses qui l’accueillent. “Jésus t’appelle à être disciple en mission! Aujourd’hui, que nous dit le Seigneur? Trois paroles: Allez, sans peur, pour servir.” C’est l’appel du pape lors de l’homélie de la messe, face à trois millions de personnes qui remplissent la plage de Copacabana pour la conclusion des JMJ.
Paroles simples, nouvelles et, de toujours, engageantes. Comme tant d’autres paroles dites, entendues et que les jeunes se sont appropriées tout au long de la semaine passée à Rio de Janeiro. Les jeunes retournent maintenant dans leur propre ville et pays, leur famille, groupes, associations et congrégations, avec l’invitation du pape à “faire du bruit”, à remuer les eaux, à tenir compte de l’autre copain comme de l’adulte, à cultiver et à vivre sa propre foi toute entière. La parole aux jeunes.
Donna, du Liban, dit que “le pape parle de manière simple et directe, plus adaptée à notre époque”.
Pour Joaquín, Argentin, qui a suivi les JMJ à distance, “faire du bruit” signifie être la force qui pousse la société. “J’ai senti que je faisais vraiment partie de l’équation du pape: jeunes – âgés – adultes. Aujourd’hui, je suis jeune et donc c’est à moi de faire cette part. J’aime bien cette vision plus générale, qui est juste.”
Daniela, Italienne: “Cette ‘réciprocité entre générations’, que nous rappelle de manière insistante le pape, peut vraiment être une force explosive, une aide réciproque. Ce qui me reste dans le cœur après avoir suivi ces JMJ c’est le désir, vouloir vivre de façon encore plus radicale ma vie et sortir dehors pour être chaque jour, dans mon quotidien, cette fenêtre pour faire entrer le futur dans le monde!”.
Iggy, Néozélandaise: “Ces JMJ sont un élan pour faire une révolution, pour ‘conquérir’ d’autres jeunes à une vie comme celle-là. Spécialement parce que dans mon pays, la Nouvelle-Zélande, il n’y a pas beaucoup de personnes qui croient en Dieu”.
Et des jeunes de Rio de Janeiro qui participent au groupe de dialogue œcuménique et interreligieux:
Fuminori (catholique): “Les JMJ sont la preuve de ce qui est en train de se passer à Rio entre catholiques, méthodistes, baptistes et autres. Des personnes non catholiques ont aidé durant ces Journées en recevant des jeunes chez eux avec une cordialité fraternelle”.
Carlos (presbytérien): “Les JMJ ont apporté un nouvel esprit dans la ville. Il y a de la musique, la fête et un ton de voix qui dépasse les institutions. Ce sont des jeunes du Christ. C’est-à-dire qu’ils portent une nouvelle forme d’identification religieuse qui traverse les murs institutionnels”.
Fernando (musulman): “Je vois les JMJ très positives, parce qu’elles permettent aux jeunes de diverses provenances de parler de valeurs et de principes très importants pour tous. Il s’agit aussi d’une rencontre avec Dieu, et cela apporte toujours des résultats merveilleux pour le renouvellement de la foi de chacun”.
Parmi les jeunes qui ont réalisé leur propre parcours en répondant à l’appel de Dieu, il y a aussi la bienheureuse Chiara Luce Badano. À la question “avez-vous assisté à des changements de vie chez les jeunes aussi au contact avec l’expérience de votre fille”, sa maman, Maria Teresa, répond: “Aussi ceux qui en ont seulement entendu parler, ou l’ont vue en photo, ne s’arrêtent pas pour regarder cette belle photo, mais ils sont touchés par sa signification à travers son regard, par sa beauté intérieure, par ce feu qu’elle avait en elle. Hier, je disais: avec ces jeunes, Dieu veut certainement réaliser en chacun ce dessein qu’il a à l’esprit. Et donc, nous les confions à elle”.
Ces jours-ci, Maria Voce a adressé à tous les membres des Focolari une lettre dans laquelle, entre autres, elle lance une invitation: “Périphérie existentielle est n’importe quel point où l’homme ne trouve plus son centre, parce qu’il ne trouve plus Dieu. Et nous tous qui, par la grâce seulement, l’avons trouvé, nous sommes appelés à rester là, à nous immerger dans cette humanité désorientée pour la ramener à son centre”. Et rappelant un texte de Chiara Lubich, elle ajoute: “Je crois que Chiara elle-même n’en désire pas moins si depuis toujours elle voyait “le grand attrait” de “se perdre dans la foule, pour qu’elle s’imprègne de Dieu [1]“.
Après les jours vécus à Rio, une route est ouverte, à parcourir ensemble. Au revoir à Cracovie!
[1] C. Lubich, La doctrine spirituelle, “L’attrait de notre époque”, ed. Nouvelle Cité, p. 232.“Cristo tem confiança nos jovens e confia a eles o futuro da sua própria missão.” Foram as primeiras palavras do Papa Francisco chegando ao Brasil, diante das autoridades civis e religiosas que o receberam. “Jesus lhe chama a ser discípulo em missão! O que o Senhor nos diz hoje? Três palavras: Ide, sem medo, para servir.” Foi o apelo do Papa na homilia da Santa Missa diante de três milhões de jovens que lotaram a praia de Copacabana para a cerimônia de conclusão da JMJ.
Palavras simples, sempre antigas e sempre novas; mas, que conquistam. Como muitas outras palavras ditas, ouvidas e assumidas como próprias durante a semana vivida no Rio de Janeiro. Os jovens agora retornam às próprias cidades e nações, às próprias famílias, grupos, associações e congregações, tendo recebido o convite do Papa “Façam barulho”, convite a mover as águas, a tomar em consideração o outro, tanto o coetâneo quanto o adulto, a cultivar e a viver a própria fé por completo. Passemos a palavra aos jovens:
Donna, do Líbano, afirma que “o Papa fala de maneira simples e direta, mais condizente ao nosso tempo!”
Na opinião de Joaquim, argentino, que seguiu a transmissão da JMJ, “fazer barulho”, neste caso, significa a força que move a sociedade. “Eu me senti efetivamente parte da equação de Francisco: jovens – idosos – adultos. Hoje eu sou jovem e, portanto, toca a mim esta parte. Gostei muito desta visão mais global, é justa!”
Daniela, italiana: “esta ‘reciprocidade entre gerações’ à qual o Papa solicita insistentemente pode ser realmente uma força explosiva, uma ajuda recíproca. O que permanece no meu coração, depois desta JMJ é a vontade, o desejo de viver de maneira ainda mais radical a minha vida e, todos os dias, ‘sair’ para ser uma janela na vida cotidiana, pela qual possa entrar o futuro no mundo!”
Iggy, neozelandês: “esta JMJ é um impulso a fazer uma revolução, a ‘conquistar’ outros jovens à vida que vivemos durante estes dias! Especialmente porque, no meu país, na Nova Zelândia, muitas pessoas não acreditam em Deus.”
Os jovens do Rio de Janeiro que participaram do grupo do diálogo interreligioso:
Fuminoro (católico): “A JMJ é a comprovação daquilo que está acontecendo no Rio entre católicos, metodistas, batistas e outros. Pessoas não católicas ajudaram nesta Jornada hospedando jovens nas próprias casas com uma fraterna cordialidade!”
Carlos (presbiteriano): “A JMJ trouxe um espírito novo à cidade. tem música, festa e uma tonalidade de voz que vai além das instituições. Eles são jovens de Cristo! Eles trazem uma nova forma de identificação religiosa e ultrapassa os muros institucionais.”
Fernando (muçulmano): “Eu vejo a JMJ como um evento muito positivo porque permite o encontro de jovens de diversas proveniências para aprofundar valores e princípios importantíssimos para todos. Trata-se também de um encontro com Deus e isso traz consigo, sempre, resultados maravilhosos para a renovação da fé pessoal, de todos.”
Entre os jovens que concluíram a própria caminhada na fidelidade ao chamado de Deus, está também ela: a bem-aventurada Chiara Luce Badano. Maria Teresa, sua mãe, respondendo à pergunta se notou transformações na vida dos jovens que conheceram a experiência da sua filha, disse: “Também aqueles que somente ouviram falar ou viram a sua fotografia, não se limitam a observá-la naquela bela foto; mas, sentem-se marcados pela mensagem que ela quer transmitir através daquele olhar, daquela sua beleza interior, daquele fogo que ela conservava no seu íntimo. Ontem eu disse: com estes jovens, Deus, certamente, quer realizar o desígnio que ele tem para cada um deles. E, portanto, confiemos todos eles a Chiara Luce!”
Recentemente Maria Voce enviou uma carta a todos os membros dos Focolares na qual, entre outras coisas, faz um convite: “Periferia existencial é todo e qualquer lugar onde o homem não encontra mais a própria referência central porque não encontra mais Deus. E todos nós que, por pura graça, a encontramos somos chamados a estar presente nestes lugares, a imergir-nos nesta humanidade desorientada para reconduzi-la ao próprio centro.” E, referindo-se a um texto de Chiara Lubich, acrescenta: “Creio que Chiara mesma não deseja outra coisa porque, desde sempre, ela via ‘a grande atração’ do ‘perder-se no meio da multidão, para impregná-la do divino[1]’.”
Depois dos dias vividos no Rio abriu-se um caminho a ser percorrido por todos, juntos.
Despedimo-nos e nos veremos em Cracóvia!
Focus: Os protagonistas são os jovens
Focus: Encontro interreligioso inaugura a Semana da Juventude
Focus: JMJ 2013: festa dos jovens no Rio de Janeiro
教宗方濟各剛到達巴西,在歡迎他的社會權貴和宗教領袖前,他說:「基督對青年充滿信心,給他們未來同樣的使命。」
「耶穌召叫你成為傳教的門徒。今天,上主對我們說什麽?三個詞:『你們去,不用害怕,服務吧!』」以上是教宗在科帕卡巴納沙灘主持世青節閉幕彌撒,向三百萬青年講道的部份內容。
教宗的話既簡單又有新意,適合人人,恆久不變,正如上週在里約熱內盧剛結束的世青莭所聽到的;講述的和親身經歷的許許多多的話一樣。現在青年們都回到自己的城市和國家;回到自己的家、團體、組織和修會,接受了教宗的邀請「發出聲響」;激動水流;關心其他同齡的青年,如同成年人一樣;接受栽培,並完完全全活出信德,一一都是教宗忠告他們的話。
黎巴嫩的當娜(Donna)說:「教宗說話簡潔又直接,非常適合我們的時代。」
「發出聲響」的意思是成為一股推動社會的力量。祖均(Joaquin)從阿根廷收看世青節,他說:「我非常認同方濟各的說法,青年-老年-成年都等同。今天,我是青年,也有我的份兒。我很喜歡這個較普及的視野,這才合理。」
意大利丹妮拉(Daniela)說:「不同年紀的這種『相互性』就是教宗一直所堅持的,可以成為一種爆炸性的力量,互相幫助。收看世青節後,留在心上的是一種心願,決定要以一個更徹底的方式生活,跳出自己日常生活的框框,進入未來世界的憧憬。」
新西蘭的艾芝(Iggy):「這個世青節具有起革命的動力,去『征服』其他青年也渡這樣的生活,尤其是在我的國家新西蘭,不是很多人相信天主。」
參加大公合一和各大宗教交談聚會的里約青年福棉諾里(Fuminori)(天主教徒)說:「其實世青節的經驗一如在里約的天主教、循道會、浸信會和其他信徒的經歷一樣。非天主教的朋友在世青節期間打開自己家門,如手足一樣熱情地接待參加者。」
卡魯斯(Carlos)(長老會)說:「世青節給我們的城市帶來一種全新的精神,都是基督的青年。透過某些組織,他們帶來一份新式的宗教身份。」
弗朗度(Fernando)(回教徒)說:「我對世青節抱有正面的觀感,因為青年來自不同背景,卻談論一些為大眾非常重要的價值與原則。也談及與天主相遇,總會帶來非凡無比的成果,更新每個人的信德。」
青年中,有些也實現了他們回應天主的召叫,正如真福白嘉勒(Chiara Luce Badano)一樣。她的母親瑪麗雅.德蘭被問及怎樣幫助青年在接觸到女兒的經驗後而有所改變?她回答說:「即使有些人只聽說白嘉勒或只看到她的照片,不會只談及這張美麗的面容,反而都是被白嘉勒的眼神和她內在美所打動,尤其她內心的那份愛火。昨天我說:肯定天主在這些每位青年的身上都有一個已想好的計劃,為此,讓我們把他們交托給白嘉勒。」
這幾天,傅瑪利( Maria Voce)向普世博愛運動的所有成員寫了一封信,其中她邀請人人:「重要的邊緣地區其實是任何地方,特別當人再不找到自己為核心,因為他再也找不到天主。我們人人唯獨獲得恩賜,我們才可以與祂相遇,我們被召叫與祂共處,並浸淫在人類中,要設法以祂為中心。」她想起盧嘉勒(Chiara Lubich)的文章,繼續說:「我相信盧嘉勒從沒有減退她一直發現到『現代最大的吸引力』,『在人群中消失自己,為給人類帶來超性的那位。』」
在里約經過幾天的生活後,道路已開啟了,讓我們一起前進,下屆在克拉科夫(Cracovia)再見!